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sabato 29 novembre 2008

La nostra Napoli sotterranea

Una visita nella Napoli sotterranea è un’esperienza che cambia decisamente il modo di vedere la città e che meglio di qualunque altra fa comprendere il passato e la storia millenaria di “Partenope”. Nel corso della visita è possibile camminare in strettissimi budelli che collegano le varie cisterne e che spesso provocano un senso di claustrofobia. Per chi vuole evitare tali sensazioni, il percorso turistico prevede passaggi alternativi che evitano i tratti meno accoglienti. Padroni indiscussi di questi spazi sono stati i “pozzari”, gli addetti alla manutenzione dei pozzi che, “Per questo tipo di servizi erano pagati dagli utenti che periodicamente ricevevano una sorta di bolletta…”, precisa la nostra guida Salvatore Quaranta, “si agitava l’acqua sul fondo del pozzo perché questa si intorpidisse , e al padrone appariva chiaro che era giunto il momento di pagare.” I pozzari avevano anche libero accesso dai pozzi nelle case: ciò ha dato origine alla leggenda napoletana dei “monacelli”, ossia piccoli monaci, spiriti burloni che portavano nella casa, a seconda della simpatia, doni o confusione. L’immagine riporta alla memoria quella degli “scazzamurridde” tipica dei nostri racconti popolari. Nel corso della visita appare evidente come le cisterne, le condotte, i cunicoli, siano stati realizzati con sapienza ingegneristica.
La Napoli sotterranea presenta una varietà di volte a campana, a trapezio, a bottiglia e piana. Il percorso aperto al pubblico riporta oggi i segni drammatici del suo utilizzo durante la seconda guerra mondiale. Sulle pareti, decine di graffiti lasciati da chi si rifugiava in quegli antri, raccontano le emozioni, i pensieri, la vita minimale che si svolgeva indipendentemente dalle bombe.Per questa esperienza unica e di grande interesse, appare doveroso ringraziare il Consiglio direttivo della nostra associazione, in particolare il tesoriere, Giuseppe Beltotto e la nostra presidentessa, prof.ssa Maria Testa, che con la sua capacità organizzativa, ha saputo coinvolgere in questo viaggio soci e non soci tutti accomunati però da uno stesso obiettivo: compiere un bellissimo viaggio nel tempo lungo duemila e quattrocento anni nel grembo di Napoli.

Amedea Brandi

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